C’ERA UNA VOLTA IL ’68

La rivoluzione culturale, politica e sociale del 1968, ha modificato il corso della storia  dei popoli,
gettando le basi per i grandi cambiamenti politici e sociali che hanno sconvolto il mondo dagli anni
’70 ad oggi. In Italia arrivò, come al solito, in ritardo, fu una “cover” di quanto era accaduto nel
mondo, proprio come accadeva per le canzoni di quel periodo, ma non fu, però, meno importante. I denigratori del ’68, sono proprio quelli che hanno tradito, per fare carriera nei partiti e produrre il marciume politico finanziario di questo millennio. Tutto cambiò. Cambiò la società, cambiammo noi stessi, un altro mondo ci apparve possibile e tentammo di realizzarlo, con le buone o con le cattive, ma c’erano poteri più grandi di noi stessi e quei poteri approfittarono dei nostri ideali per fortificarsi e schiacciare ogni anelito di libertà e di cambiamento futuro.
Oggi disperati, dentro i nostri computer, oggi  le rivoluzioni sono miraggi inconsistenti che nascono e muoiono in real time, naufragando nel mare del populismo e dell’opportunismo mediatico. Allora non fu così. Oggi, proviamo a raccontarlo con un sorriso, come una favola rock, una sorta di “grande freddo”, un ever-green dolceamamro, dedicato all’amico Renato Nicolini, che del ’68 incarnò quella “immaginazione al potere” che fu molto di più di un semplice slogan.
Teatro Elicantropo dal 20 dicembre 2012 al 27 gennaio 2013 Napoli