L’articolo del mese

I nuovi linguaggi sono la torta non la ciliegina
Repubblica — 04 settembre 2007 pagina 44 sezione: SPETTACOLI

VENEZIA – Se le novità sono quelle difficili da descrivere allora Wes Anderson è un innovatore. Il regista di The Darjeeling Limited, lo stesso di I Tenenbaum. Non si sa mai in diretta, eppure bisogna azzardare e rischiare di prendere cantonate. Magari, sotto una spolverata nuovista, questo texano è una bufala. Come dovettero sentirsi coloro che videro i film di Stroheim, Dziga Vertov, Lang? Di Murnau, di Vigo, di Welles, quando erano degli sconosciuti? Come reagì chi si trovò davanti Europa 51, L’ avventura, 8 1/2? Rashomon e Il settimo sigillo? Ma anche i Fratelli Marx e Sordi, che all’ inizio non faceva ridere nessuno. Probabilmente restò disorientato e sconcertato, talvolta irritato. Come è successo con Scorsese, Fassbinder, Lynch, Tim Burton, Almodovar. Qualcuno poi è diventato blockbuster, qualcun altro ha continuato a stare sulle scatole (e a innovare). Domenica Eugenio Scalfari, che non fa parte della cupa setta dei critici, ci ha impartito una lezione. Non è il contenuto a qualificare la novità di un film, di un’ opera, ma la sua forma. Il modo espressivo, lo stile, il linguaggio. «Di che parla» Umberto D.? Di un pensionato che la solitudine e la miseria spingono sull’ orlo del suicidio. Ma il punto è che ne parla in una maniera fino a quel momento inconcepibile. Che ha creato uno spartiacque tra il prima e il dopo. Non è una ciliegina sulla torta, è la torta: è da lì che è venuta la sua efficacia. Dovremmo saperlo e non solo dal cinema. Senza andare tanto indietro e per stare a una memoria che dovrebbe essere alla portata di tutti, dovremmo saperlo da Volare di Modugno a Cent’ anni di solitudine. Ma la memoria è quello che è, e lo dimentichiamo in continuazione. Facciamo un nodo ai fazzoletti. olizia militare, che in Vietnam è stato un duro, non vede chiaro nella scomparsa dell’ eroico figlio rientrato dall’ Iraq. Ha ragione, sotto la retorica del «portiamo la democrazia» c’ è un verminaio. Ma non gli fa piacere sapere che niente è come sembra e si dice, che un mondo di certezze va in pezzi. Che è arrivato il momento di fare l’ alzabandiera con le stelle all’ ingiù, segnale convenzionale di allarme estremo, di richiesta di soccorso. Paul Haggis firma il più papabile Leone d’ oro. Tommy Lee Jones solenne come Clint. – PAOLO D’ AGOSTINI